La riflessologia ha, come molte altre discipline, origini molto antiche e a differenza di altre che hanno un’origine esclusivamente asiatica, spesso cinese, giapponese, indiana o vietnamita, era nota sia in Asia che in Africa. Infatti pare fosse conosciuta sia nell’antico Egitto e nel nord dell’ Africa che in Kenia. Esistono anche tradizioni popolari arrivate da India, Indonesia, Thailandia e Pakistan. Anche antiche popolazioni indiane del Nord America, i Maya e altri popoli del Sud America praticavano il massaggio dei piedi con finalità curative. Pare che anche Ippocrate conoscesse e praticasse il massaggio dei piedi con finalità terapeutiche.

Molto più nota è la nascita in Cina di questa tecnica che ne fa risalire l’origine a circa il 2800 avanti Cristo. Nella tradizione taoista il piede viene messo in stretta correlazione con tutto il corpo umano e su questa concezione si costruisce la teoria per stare meglio, per rimettersi in equilibrio e per riacquistare benessere. Il percorso e lo sviluppo della riflessologia cinese è avvenuto nell’ arco dei secoli e a tutt’ oggi viene considerata parte della medicina cinese, insieme all’ agopuntura e ad altre tecniche curative.

Attualmente la riflessologia plantare è nota e praticata anche in occidente, dove esistono vere e proprie scuole per l’insegnamento e la diffusione. Le “scuole di pensiero” a cui fa oggi riferimento la riflessologia sono diverse, ma tutte hanno una validità e danno risultati interessanti.

Attraverso il massaggio riflessologico è possibile intervenire su particolari del corpo in modo da ristabilire equilibri perduti. Il metodo riflessologico può essere applicato sui piedi, sulle mani, sull’orecchio e sul viso.

Riflessologia secondo il metodo Fitzgerald

Agli inizi del Novecento, un medico statunitense, ispirandosi probabilmente agli sciamani pellerossa, mise a punto una tecnica riflessologica che poi si è diffusa in tutto il mondo.  Infatti, il “padre” della riflessologia moderna in occidente è il dott. Fitzgerald che ha ideato un sistema con il quale fa corrispondere organi del corpo con particolari punti dei piedi e delle mani. Ha ideato una “mappa del corpo” suddividendolo in 10 zone longitudinali. Queste devono essere intese come suddivisioni del corpo e non come linee sottili simili ai meridiani. Alle linee verticali se ne aggiungono tre orizzontali.

Mediante questo reciproco rapporto tra il macrocosmo persona e il microcosmo piede, la posizione e la proiezione dei singoli organi si lascia facilmente individuare come in un mosaico. Comunque a semplificare ulteriormente il sistema esistono tavole – già predisposte – che contengono la “mappatura” del corpo umano sui piedi – destro e sinistro – e sulle mani – destra e sinistra -. Le tecniche di intervento possono essere diverse ma la più accreditata è quella che fa “lavorare” esclusivamente i pollici.

Questo tipo di riflessologia prevede anche la possibilità di lavorare sulle mani – esistono tavole già predisposte anche per questo caso – con risultati molto apprezzabili.

La riflessologia metodo “Fitzgerald” richiederebbe uno spazio molto più ampio che in questa sede non è possibile dedicare, Comunque qui di seguito si forniscono 2 Tabelle, una per i piedi ( Tavola A ) e una per le mani ( Tavola B ), distinguendo sinistra e destra, che indicano i punti riflessologici con i relativi organi corrispondenti.

Per semplificare sono stati riportati i punti più importanti sia per i piedi che per i palmi delle mani e non sono state riportate le mappe dei punti riflessi del dorso e della caviglia dei piedi e del dorso delle mani.

 

TABELLA A

 

 

TABELLA B

 

Riflessologia secondo il metodo Cinese On Zon Su

Un’altra grande “scuola” molto nota e utilizzata sia in occidente che in oriente è la disciplina riflessologica di origine cinese nota con il nome di “On Zon Su”.

Si tratta di una tecnica più complessa che fa riferimento soprattutto al concetto di yin e yang e ai cinque elementi che dominano la vita e il corpo umano in tutti i suoi aspetti. Si opera con tutte le dita di entrambe le mani e su entrambi i piedi. I movimenti e le dita utilizzate sono sempre collegate all’elemento di riferimento.

Anche in questa disciplina esistono “mappe” dei piedi già predisposte. Queste mappe sono molto più numerose rispetto al sistema

Nelle mappe somatotopiche la disposizione degli organi del corpo umano si riflette sul piede e gli organi sono posizionati in modo tale da ricostruire una figura che più o meno vagamente ricorda l’essere umano. In queste mappe sono presenti sia gli organi interni che gli esterni.

Si lavora essenzialmente sui sintomi e si vanno a trattare gli organi su cui la persona avverte un disagio.

Le mappe funzionali seguono un criterio di trasposizione basato essenzialmente sulle funzioni, raggruppando gli organi a seconda degli elementi a cui sono collegati. Ad esempio il legno si collega al fegato, il cuore si collega al fuoco, la terra si collega allo stomaco, il metallo si collega ai polmoni e l’acqua si collega ai reni.

Entrambi i tipi di mappa sono efficaci e validi e la scelta di un tipo o dell’altro dipende da diversi fattori, tra i quali il tipo di disagio e la conoscenza o meno della sua causa primaria.

Nella disciplina riflessologica “On Zon Su” esistono molte mappe con finalità mirate e diverse sia tra quelle somatotopiche che tra quelle funzionali.

Nell’impossibilità di esaminarle ad una ad una, se ne ricordano i nomi che risentono di un fascino tipicamente orientale.

 

Tra le mappe somatotopiche si ricordano :

- la Mappa del Paesaggio Esterno
- la Mappa dell’ Ovest

 

Tra le mappe funzionali si ricordano :

- la Mappa del Paesaggio Interno
- la Mappa degli Otto Laghi
- la Mappa del Nord
- la Mappa dell’ Est
- la Mappa del Cielo Anteriore
- la Mappa del Cielo Posteriore
- la Mappa dei Monti Sacri
- la Mappa dei Nove Palazzi

 

In particolare e per fornire un esempio pratico, utilizzando la Mappa dei Nove Palazzi, si seguono una serie di punti lungo l’asse centrale della pianta del piede.

Ad ogni punto corrisponde uno dei “palazzi” o punti del meridiano Triplice Riscaldatore. Tutti i punti vengono massaggiati con tecnica circolare e per ogni punto si utilizza il dito dedicato. Di norma questa mappa si conclude effettuando la Mappa del Fuoco per rimettere in equilibrio lo yin e lo yang della persona che riceve il trattamento.

Questa tecnica di riflessologia “On Zon Su” si applica ai piedi e non alle mani.

Nella pratica esistono anche altre tecniche riflessologiche con nomi diversi, ma in gran parte sono derivate dalle due precedentemente descritte.

I due tipi di riflessologia appena descritti vengono spesso applicati sia singolarmente sia abbinati ad altri trattamenti olistici. In particolare è frequente l’abbinata massaggio corpo e massaggio riflessologico plantare, che pare realizzi risultati di particolare interesse per ottimizzare l’ equilibrio psico-fisico.

 

Riflessologia Auricolare

La riflessologia auricolare, come dice la parola stessa, tratta il massaggio e la manipolazione di punti che si trovano sull’orecchio.

Le prime notizie su questa tecnica risalgono a più di 2000 anni fa’ e provengono da un antico testo cinese. Se si osserva con attenzione il padiglione auricolare, si nota la grande similitudine con l’immagine di un feto capovolto, con la testa nel lobo e le gambe raccolte in posizione fetale.

Il corpo umano si riflette nell’orecchio con il rispetto delle proporzioni. Anche per questo tipo di trattamento esistono mappe di riferimento con le indicazioni dei vari collegamenti.

Pertanto la stimolazione dei punti riflessi ha un diretto riscontro con organi e funzioni. Può venire usata da sola o associata ad altre forme di riflessologia, alla digitopressione o all’agopuntura.

Di norma, il trattamento inizia con un micromassaggio di tutto l’orecchio, passando poi al massaggio localizzato sui singoli punti.

La manipolazione si può effettuare con le dita, oppure con un cristallo affusolato o con una punta arrotondata preferibilmente di rame. Il cristallo può essere di quarzo o di altro minerale, scelto secondo le necessità del caso.

Si può anche utilizzare un piccolo apparecchio che invia leggeri impulsi elettrici o un piccolo bastoncino caldo di artemisia, vale a dire usando la tecnica moxa.

Un altro sistema utilizzato è costituito dal seme di una pianta ( solitamente Vaccaria sinensis ) che viene fissato in un punto preciso dell’orecchio con un piccolo cerotto. La persona che riceve il trattamento deve premere “il semino” tre o quattro volte al giorno per autostimolare il punto.

Il trattamento completo di tutto l’orecchio dura circa 20 minuti e nella pratica risulta di particolare efficacia. Anche questa tecnica può essere associata ad altri tipi di manipolazioni per ottenere i migliori risultatI per il recupero o il mantenimento dell’equilibrio psico-fisico.

Considerata la posizione dell’orecchio è possibile praticare l’autotrattamento dopo aver individuato con precisione i punti da stimolare.

E’ stata teorizzata anche la riflessologia dei denti, collegando ogni dente ad un organo particolare. In pratica però ha avuto scarso successo e poca dimostrazione di efficacia.

 

Riflessologia del Viso

Anche il viso riflette tutte le zone del corpo. Studiando questo tipo di situazione è stato messo a punto il Dien’ cham’ , vale a dire un tipo di riflessologia facciale che è praticata in Vietnam da parecchi anni.

Vengono presi in esame circa 500 punti riflessi sul viso, localizzati e numerati in una mappa quadrettata. Nella pratica stimolando da 2 a 5 punti è già possibile ottenere risultati interessanti. Il trattamento si effettua massaggiando il viso con un dito della mano o con l’estremità arrotondata di un cristallo o con un legnetto, tipo matita capovolta.

Il dito viene utilizzato movendo la nocca dell’indice piegato come quando si bussa alla porta. La pressione viene esercitata avanti e indietro su ogni punto per 10 / 20 secondi, sia in diagonale che in senso orario. La pressione esercitata varia a seconda del punto trattato e della necessità,

Anche questa disciplina può essere applicata alle casistiche previste per il metodo Fitzgerald e l’ On Zon Su.

Questa tecnica viene anche molto usata in autotrattamento.

Si riporta qui di seguito un esempio, denominato Tavola C, che riporta i punti di riflessologia facciale indicati per stimolare i sette chakra. Stimolando in sequenza i punti di riflessologia indicati e corrispondenti ai 7 chakra, si ottiene un riequilibrio dell’ energia degli stessi, allontana lo stress e crea una piacevole sensazione di benessere.

TABELLA C

Tutte le riflessologie, e in particolare la riflessologia del viso, sono un buon ausilio anche in campo estetico perché, tra i vari tipi di massaggio zonale che si possono eseguire in modo mirato per le diverse problematiche possibili, aiutano a combattere la pelle spenta, ad attenuare le rughe, a drenare gli eccessi di liquidi, a tonificare, a rilassare, a superare lo stress e ad “energizzare” la persona che riceve il trattamento.

 

Tecnica Metamorfica

Per concludere l’argomento, vale la pena di fare almeno un cenno alla Tecnica Metamorfica, vale a dire “il massaggio che trasforma”.

Questa tecnica ha una visione olistica della persona umana e prende spunto dalla riflessologia tradizionale cinese, ma ritenendo che la vita inizi al momento del concepimento, con la prima cellula, sostiene che le nostre strutture fisiche, emotive e mentali si stabilizzano durante il periodo della gestazione, vale a dire nei nove mesi tra concepimento e nascita.

La Tecnica Metamorfica quindi concentra la sua attenzione su questi nove mesi, quando si è creata “la struttura” psico-fisica che ci portiamo dietro, che ci condiziona e che ovviamente si riflette sul presente.

Si ritiene che questa struttura si rifletta in certe parti dei piedi, delle mani e della testa. Per citare un esempio, nel caso del piede, un problema relativo al piede stesso consente di risalire dall’effetto alla causa che ha determinato il disagio.

Esiste una dottrina delle corrispondenze che agevola questo tipo di comprensione così come esistono la mappa dei piedi, la mappa delle mani e la mappa della testa. Attraverso una serie di manipolazioni mirate ed effettuate con le mani si cerca di rimettere equilibrio.

L’ Intervento più frequente è quello che viene fatto sui piedi ( durata media circa 30 minuti ), ma si può fare anche il trattamento sulle mani ( durata media 5 / 10 minuti ) e sulla testa ( durata circa 10 minuti ).

Questa tecnica non ha controindicazioni, anche se non è molto diffusa, e può essere usata in sinergia con altre tecniche per il benessere.

 

Cenni sulla Digitopressione

In questa sede pare opportuno ricordare un’ altra tecnica, anche se non viene considerata una vera e propria riflessologia, vale a dire la digitopressione.

La digitopressione è un’antica tecnica di origine cinese che consiste nell’applicare una pressione – opportunamente calibrata - nei punti chiave del sistema energetico del corpo. E’ basata sulla teoria dell’agopuntura, secondo cui lo “stare bene” deriva dalla regolazione del flusso di energia che scorre nei canali invisibili del corpo.

Per praticare la digitopressione è necessario individuare con esattezza la posizione dei punti del corpo su cui esercitare la pressione. Di norma sono quasi sempre gli stessi punti usati per l’agopuntura che si trovano lungo i meridiani principali e secondari. Per l’agopuntura, esercitata esclusivamente da medici, si usano appositi veri aghi che penetrano nel corpo invece per la digitopressione si usano le mani. Anche per questa tecnica esistono apposite tavole che riportano i vari punti per le diverse necessità.

E’ possibile anche usare i cristalli e in questo caso si parla di “cristallo puntura”; naturalmente si procede facendo pressione sulla cute con un cristallo opportunamente scelto. Spesso vengono usati cristalli di quarzo affusolati senza ovviamente procurare ferite o lesioni.

Questa tecnica può anche essere praticata anche su se stessi – autotrattamento - avendo ovviamente indicazioni precise sui punti da trattare.

 

Conclusioni sulla Riflessologia Plantare

Per concludere questa rapida carrellata sulle varie tipologie di riflessologia, è importante ricordare l’importanza delle mani che hanno un potere fondamentale di comunicazione con la persona che riceve il trattamento. Nel praticare la riflessologia è fondamentale sia la tecnica utilizzata sia la qualità del contatto. Le mani devono trasmettere energia, calore, dolcezza, sicurezza, tranquillità.

Anche l’ambiente in cui viene praticata la riflessologia deve corrispondere a determinati requisiti. Il trattamento può essere eseguito a terra o su un lettino apposito, la luce deve essere soffusa, i rumori attenuati e la tranquillità assicurata.

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